Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non cè nulla fuori delluomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dalluomo a renderlo impuro. E diceva [ai suoi discepoli]: Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dallinterno e rendono impuro luomo.
Non li sopporta, gli stanno quasi antipatici, solo verso di loro ha usato parole dure, ha inveito, ha scagliato aspri rimproveri: quegli ipocriti incoerenti, convinti sempre di stare nel giusto, di possedere la verità, che hanno scisso la vita dalla fede come potessero essere cose separate e distinte, no, Gesù non li sopporta proprio. Il termine ipocrita non aveva a quel tempo il significato che poi ha preso in seguito, ma indicava lattore di teatro: quindi, quando Gesù chiama ipocriti gli scribi e i farisei, è come se li chiamasse teatranti, come se dicesse loro: State facendo solo una bella recita, convinti di essere su un palco dove tutti vi guardano, ma in realtà dentro siete vuoti. Contro chi si rifugia nelle aride regole e prescrizioni, contro chi vede il male come un nemico esterno da combattere esclusivamente con la vuota osservanza delle leggi, contro chi pensa che basta recitare un copione da brava persona per potersi salvare, Gesù stravolge lottica: è solo questione di cuore, è tutta una questione di cuore. E questa volta pone un confine netto tra il dentro e il fuori, segna il limite con un tratto deciso, in modo che non si possa sbagliare, che non si rischi di confondere quel che deve essere tenuto docchio. Omnia munda mundis fa dire il Manzoni a Fra Cristoforo, cioè Tutto è puro per i puri, tutto è pulito, innocente, immacolato, per chi ha un cuore innamorato come quello di un bambino. Sì, è tutta una questione di cuore che quando è lontano da Dio (Is.29,13) crede che basta affidarsi agli sterili rituali, al rispetto delle leggi, alle apparenze insomma, alle parole che non coincidono con la vita per sentirsi a posto. Quanto è rivoluzionario il nostro Dio che non sopporta le incoerenze e che preferisce ai bigotti chi ha un cuore aperto, arioso, vicino alla vita. Il cuore è la nostra bussola, ci orienta lo sguardo, ci muove verso i nostri desideri, ci guida sul cammino: andiamo portati dalle sue indicazioni, dalle sue priorità, dalle scelte che fa. È questo linvito che oggi ci fa Gesù: guardiamo cosa cè davvero nel nostro cuore, facciamo ordine, leggiamoci dentro onestamente. Non è un caso che tutte le cose cattive che Gesù cita, inganno, stoltezza, superbia, sono tutti atteggiamenti che contaminano le nostre relazioni umane; fra queste cose non è compresa nessuna inosservanza verso Dio. Come se ci dicesse: Ama chi ti circonda, rispetta le cose che ti stanno intorno e sii coerente: è questa la strada per starmi vicino. È solo questione di cuore.
(Letture: Deuteronomio 4,1-2.6-8; Salmo 14; Giacomo 1,17-18.21b-22.27; Marco 7,1-8.14-15.21-23)