23-01-2025

Loggi di Dio è un presente dentro la nostra vita

Domenica 26 gennaio 2025 - III domenica del Tempo Ordinario Anno C

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con lunzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare lanno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò allinserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato.
Un oggi che è per sempre, un oggi che non diventa ieri, passato, ricordo di qualcosa avvenuto lontano nel tempo, ma che ricomincia sempre daccapo, come un incepparsi del calendario, come un orologio che non fa scorrere le sue lancette. Oggi leggiamo nel Vangelo scritto quasi 2.000 anni fa, è veramente oggi: è loggi di questa giornata della mia vita, è il mio presente. È loggi di Zaccheo, Scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua, è loggi del pane quotidiano, ed ha a volte il sapore amaro delloggi tu mi tradirai detto a Pietro. Quando Dio entra nella storia lo fa per sempre, quando un Dio decide di mescolarsi alle sue creature lo fa ogni giorno, nelleterno presente di chi è sempre pronto a ricominciare, nel gioco infinito di chi non è mai stanco. Perché lamore non si stanca mai. Non spiega Gesù il brano di Isaia che ha appena letto, non gli interessano le speculazioni di pensiero, le teologie, le filosofie, le dottrine: il programma è quello, già scritto, resta da farlo vivere, oggi. Alle parole succedono i fatti, la parola diventa carne, diventa gesto concreto, avvenimento compiuto: per gli afflitti e i poveri oggi, proprio oggi, inizia un tempo nuovo. Gesù comincia il suo cammino dalle periferie della terra, da chi non ce la fa più, da chi soccombe: con Lui gli ultimi saranno i primi, le prostitute precederanno i giusti nel regno dei cieli, le novantanove pecore saranno abbandonate per amore di quella che si è persa. Sovvertimento totale, capovolgimento delle logiche razionali e delle rigide norme religiose: con Lui servono altri occhi, capaci di intravedere il germoglio sotto la neve, la primavera nel cuore dellinverno, linfinito nel finito. I Tuoi occhi, Gesù, vedono oltre il torbido delle nostre vite e delle nostre miserie, per Te ognuno di noi è un piccolo infinito degno di essere guardato, carezzato, amato come unico e straordinario, diventa il figlio prediletto, la pecorella portata tra le braccia: piano, per non farle male. Per tutti noi poveri, prigionieri, ciechi, oppressi, per noi è questa speranza che si compie, questa attesa che finisce: anche nel buio, nelle nostre debolezze, nelle nostre povere misure, nelle fatiche e nei nostri sogni, anche se non vogliamo, Dio matura (R. M. Rilke) >br> (Letture: Neemia 8,2-4a.5-6.8-10; Salmo 18; Prima Lettera ai Corinti 12,12-30; Luca 1,1-4;4,14-21)