03-11-2023

Gesù ricorda: il più grande è colui che serve

5 novembre 2023 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario - anno A

Non fatevi chiamare rabbì, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate padre nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare guide, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

La Parola di Dio mi mette con le spalle al muro: sono anchio, come scriba o fariseo, uno che dice ma non fa? Cristiano di sostanza oppure di facciata? Una domanda del cuore, di quelle che fanno vivere: sono uno falso che non è ciò che dice e non dice ciò che è, oppure persona vera, compiuta, in cui annuncio e annunciatore coincidono? Ci sono colpi duri, oggi, nelle parole di Gesù; ma ogni volta che ciò accade lo scopo non è ferire, ma spezzare la conchiglia affinché appaia la perla. La conchiglia non è la fragilità, ma lipocrisia. Nel Vangelo Gesù non sopporta due categorie di persone: gli ipocriti e quelli dal cuore duro, due tipi umani che spesso si identificano. Legano pesi enormi sulle spalle delle persone, ma loro non li toccano con un dito, Ipocrita è il moralista che impone leggi rigide, ma solo agli altri, e più è severo con loro più si sente vicino a Dio! Gesù è rigoroso, ma mai rigido. Paolo oggi nella seconda lettura: Avrei voluto darvi la mia vita (1Ts 2,8). Lipocrita invece dice: Vi ho dato la legge, sono a posto. Sono funzionari delle regole e analfabeti del cuore. E perfino analfabeti di Dio. Cioè, nel loro intimo, sono strutturalmente atei. Ipocrita è termine greco che significa attore, il teatrante che recita una parte e indossa una maschera: tutte le opere le fanno per essere ammirati dalla gente, si compiacciono dei primi posti, dei saluti sulle piazze, degli applausi... Ma il cuore è assente, il cuore è altrove. Fanno finta: sono personaggi e non più persone. E questa è la peggior sventura che possa capitare, la dissociazione dellanima, lo sdoppiamento della persona, quando ami ciò che va dalla pelle in fuori (lapparenza e il superfluo) e non ti curi di ciò che va dalla pelle in dentro (la sostanza e lessenziale). Sono così rare le persone autentiche, tutte dun pezzo, quelle che sono se stesse in pubblico come in privato, senza maschere. Quando ne incontriamo una, non lasciamola andare via senza aver tentato di farcela amica. È tra quelli che aprono una fessura sulla verità, una feritoia su Dio. Gesù poi evidenzia un altro errore che sgretola e avvelena dal di dentro la vita: lamore del potere. Non fatevi chiamare maestro, o dottore, o padre, come se foste superiori agli altri. Voi siete tutti fratelli. Ma noi siamo sempre impreparati ad essere fratelli e sorelle. La fraternità ha fatto naufragio nella storia umana, è trauma e sogno, sempre ferita, sempre minacciata, sempre a rischio. Eppure disegna un mondo buono che si regge su legami daffetto gioioso, dove il più grande è colui che serve. Perché un mondo fondato sul concetto di potere e di nemico, non è una civiltà, ma una barbarie.
(Letture: Malachia 1,14b-2,2b.8-10; Salmo 130; Prima Tessalonicesi 2,7b-9.13; Matteo 23,1-12)